La Cappella della Madonna della Sanità
La profonda devozione mariana dava linfa al suo apostolato e, dopo aver realizzato il sogno della Chiesa, l’intraprendente e mai stanco frate aveva ancora un sogno da realizzare: nel 1955 inizia la costruzione di un’altra chiesa, questa volta di proporzioni più ridotte; nella zona settentrionale del paese, in direzione della strada ortana, e la consacra alla Madonna della Sanità, la quale è venerata con questo titolo nella chiesa madre di San Martino a Vallecorsa. Si realizzava così un gemellaggio fra il paese nativo e Orte scalo, la sua seconda patria adottiva.
Il Ministro Provinciale dell’Ordine del Frati Minori, padre Ludovico Marcelletti, espresse il suo plauso più fraterno per la bella realizzazione della Cappella dedicata alla Madonna della Sanità e il 30 maggio 1955 benedisse la nuova Chiesa. Il Ministro Provinciale del Lazio dava merito a padre Geremia di aver fatto scendere San Francesco ad Orte Scalo per portare una Porziuncola per la Madre di Dio.
Si tratta di un piccolo santuario dove io stessa da anni sono dedita alla preghiera e partecipo alle Sante Messe e alle Adorazioni Eucaristiche e, alla fine di maggio, a conclusione del mese mariano, ogni anno si celebra la sua festa seguita da una processione nel quartiere.
Per i suoi meriti civili, il primo parroco di Orte Scalo, che fu anche Presidente del Comitato per la Ricostruzione della borgata, fu insignito nel 1969, con decreto del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e su proposta del capo del Governo, on Mariano Rumor, del titolo di Commendatore della Repubblica.
La mia famiglia è da sempre molto radicata nella Chiesa. Mia nonna Vittoria era tra le più ferventi devote e curò lo stesso padre Geremia nel periodo della sua malattia.
I sacerdoti, siano essi frati o preti, sono uomini, i problemi della loro umanità sono uguali in tutto agli altri: nei bisogni, nelle pulsioni, nelle fatiche, negli errori. Non sono invulnerabili. Accettare che la sofferenza faccia parte dell’esistenza umana significa aprirsi alla verità di sé stessi.
Lo stesso padre Geremia, che io non ho conosciuto personalmente, avrà certamente avuto le sue fragilità, ma nel tempo dalla mia famiglia ho appreso le tante e belle qualità di questo frate costruttore, la sua unicità e la sua instancabilità nel fare il bene delle anime sia con lo strumento della Parola di Dio sia concretamente. I miei stessi genitori lo hanno conosciuto, sono stati da lui uniti nel Sacramento del Matrimonio.
Al momento di ritirarsi dal suo ministero, egli venne in casa della mia famiglia, dove c’era ancora mia nonna materna, Vittoria, insieme al suo successore, padre Marco Cimaroli, anche lui originario di Vallecorsa, dicendo “questa è una famiglia sulla quale puoi sempre contare”.
Come è stato bello ascoltare da mia mamma Laura questo racconto! Anche per questo motivo, non l’unico, sono sempre stata fiera delle mie origini…