L'espressione della devozione
Ci sono diverse pratiche devozionali, come le varie forme di preghiera, di offerta anche materiale, le processioni, i pellegrinaggi le quali rappresentano l’espressione della devozione, della dedizione, dell’amore per il Sacro Cuore di Gesù, la Vergine Maria, i santi e per Dio stesso.
Alla Madonna, ai Beati e ai Santi è dovuto il culto di venerazione, e non di adorazione, essendo questo riservato unicamente a Dio.
Le apparizioni mariane sono manifestazioni della Vergine Maria, madre di Gesù testimoniate da una o più persone, singolarmente o ripetutamente, in luoghi e tempi differenti.
Secondo la dottrina della Chiesa cattolica, la rivelazione pubblica è terminata con la morte dell'ultimo Apostolo e dopo che è stato completato il Nuovo Testamento.
Tuttavia, sempre secondo la dottrina, «lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate "private", alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa».
La possibilità di tali rivelazioni non è dunque messa in dubbio dalla teologia cattolica.
Fra le presunte rivelazioni, apparizioni o manifestazioni di vario tipo, un ruolo privilegiato rivestono quelle di Maria, Madre di Dio e madre dei viventi.
San Luigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote fondatore della Compagnia di Maria, spiega come Dio vuole rivelare e far conoscere Maria, il capolavoro delle sue mani, in questi ultimi tempi perché era rimasta nascosta durante la sua vita terrena a causa della sua umiltà...ed essendo lei il mezzo sicuro e la via diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente.
La mariologia è una branca della teologia cristiana che studia Maria, madre di Gesù. I principali centri di mariologia sono: la Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI) e la Pontificia Facoltà Teologica "Marianum". C'è una interessante bibliografia in lingua italiana e in lingua inglese che si può consultare, come ci sono siti internet ad essa dedicati.
La Mamma celeste è colei che rasserena, consola, ascolta le preghiere e spesso in qualche modo risponde; a Lei sono dedicate molte celebrazioni e luoghi di culto dove la Madonna si sarebbe presentata. I santi sono persone che vivono la pienezza della vita cristiana e la perfezione della carità, come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica al punto 2013, sono realizzazioni parziali della ricchezza di Cristo. Sono fratelli nell’umanità e nel cammino della fede. L’abbinamento devozioni e fede può rappresentare un arricchimento.
Nella Chiesa cattolica il percorso è strutturato, per le messe festive, su un ciclo triennale (anni A, B e C). Ogni anno ha come tema conduttore uno dei vangeli sinottici: Matteo per l'anno A, Marco per il B e Luca per il C, mentre il Vangelo secondo Giovanni viene letto in determinati periodi di ogni anno.
Tutti i secoli della Chiesa sono rappresentati nel cosiddetto ciclo santorale (colore rosso, bianco e nero) nell'anno liturgico.
Un universo interessantissimo è la cosiddetta agiografia o agiologia, che costituisce una parte importante della storia ecclesiastica, perché racconta i fatti della vita di coloro che in se stessi attuarono più perfettamente l'ideale evangelico, cioè dei santi, beati, venerabili, ecc.; più comunemente con questo termine s'intende lo studio critico dei monumenti e documenti di qualunque specie relativi ai santi; talvolta, benché di rado, quella che più comunemente si chiama letteratura agiografica.
L'agiografia si può dividere in tre parti. La prima concerne i santi che appartennero all'età apostolica, e si occupa particolarmente di quel non piccolo numero di documenti inattendibili che sono gli Evangelî, Atti, Epistole e Apocalissi apocrifi.
La seconda studia i documenti relativi ai martiri dei primi tre secoli, sia quelli degni di fede, consistenti nei cosiddetti Atti proconsolari (interrogatorî dei martiri, contenuti negli archivî dei proconsoli e trascritti dai fedeli), oppure nei racconti di contemporanei ben informati, sia quelli, più o meno leggendarî e favolosi, denominati presso i Greci e Gesta, Passiones presso i Latini. Il Dufourcq ha proposto di distinguere appunto con la denominazione di Acta i documenti di valore storico, per distinguerli dai Gesta puramente leggendarî.
Il culto della Madonna è molto forte e per questo viene considerato di un livello superiore rispetto a quello per gli altri santi. Anche a San Giuseppe, sposo di Maria, è riservato un culto particolare che testimonia il suo onore e la sua grandezza su tutti gli altri santi.
Una particolare importanza è destinata anche agli apostoli e ai martiri.
Ecco in ordine temporale e di importanza di culto i santi cattolici:
-
Gesù
-
Maria e Giuseppe
-
San Michele arcangelo
-
Santi arcangeli Gabriele e Raffaele
-
Santi angeli e re
-
Santi patriarchi e profeti
-
Santi apostoli ed evangelisti
-
Santi discepoli
-
I martiri e i confessori
-
Santi monaci, eremiti e asceti
-
Santi infanti e vergini
-
Santi padri e dottori della Chiesa
-
Santi mistici e patroni.
La Chiesa ha il compito di consacrare, dopo la morte, la trasformazione da uomo a santo.
Questo processo si chiama canonizzazione. In questo modo è possibile verificare l’eroicità del percorso di fede della persona candidata alla canonizzazione. Il processo è di competenza della Congregazione della Cause dei Santi che mette in pratica una per volta ognuna delle quattro fasi:
-
Prima fase: Servo di Dio. Questo titolo viene attribuito dalla chiesa alle persone che si sono distinte per “santità di vita” e che hanno intrapreso il processo di beatificazione.
-
Seconda fase: Venerabile. Titolo attribuito alle persone ritenute degne di venerazione da parte dei fedeli grazie alle loro virtù.
-
Terza fase: Beato. La beatificazione è una tappa necessaria per diventare santo. È considerato un timbro che autorizza il culto del futuro santo a tutti i fedeli.
-
Quarta fase: Santo. Infine, il beato è pronto per diventare santo e intercedere per Dio sui fedeli.
Man mano che si procede con la verifica, la persona acquista un appellativo differente fino a raggiungere quello più illustre, Santo.
Anche Papa Francesco ha dedicato un pensiero ai santi e ha detto: “I santi non sono super uomini”.
In occasione della Festa di Ognissanti, il Papa ha ricordato che “I santi non sono nati perfetti, sono come noi, come ognuno di noi, persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze”. L’unica cosa che li distingue dalle persone comuni consiste nel fatto che “quando hanno conosciuto l’amore di Dio, lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni o ipocrisie. Hanno speso la loro vita al servizio degli altri, hanno sopportato sofferenze e avversità, senza odiare e rispondendo al male con il bene, diffondendo gioia e pace”.
Riguardo alla fede, c’è una spiegazione molto bella del suo significato nella prima enciclica di papa Francesco, "Lumen fidei", parzialmente scritta da Benedetto XVI.
Il testo mette in rilievo la caratteristica di luce propria della fede. Essa, infatti, è «capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo»; e perché una luce sia così potente, spiega il Papa, «non può procedere da noi stessi, deve venire da una fonte più originaria, deve venire, in definitiva, da Dio.
La fede nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita». E così, conclude papa Francesco: «Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi, sperimentiamo che in esso c’è una grande promessa di pienezza e si apre a noi lo sguardo del futuro».
Le devozioni sono forme autentiche quando vengono dal cuore e si trasformano in vita secondo il Vangelo. Insieme ad esse il cristiano deve impegnarsi quotidianamente in particolar modo per mettere in pratica l’unica cosa che il Signore davvero ci chiede, il comandamento dell’Amore: «Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (Giovanni 15,17). I cristiani devono testimoniare l’amore, il perdono e la grazia di Dio. L’Amore, essendo un “perfetto vincolo d’unione”, è la più importante qualità della quale dobbiamo rivestirci senza ipocrisia. “Il vostro amore sia senza ipocrisia.
Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri” (Romani 12:9, 10).
Come ci ricorda l’evangelista Luca nel suo Vangelo, anche il credente è capace di odiare e spesso cela l’odio nel proprio cuore e lo dissimula (Lv 19,17-18). Gesù riconosce che esistono comportamenti malvagi e violenti che abitano i rapporti quotidiani tra conoscenti, amici, famigliari.
Il quotidiano è attraversato dalla violenza. Nel quotidiano c’è la violenza di chi vuole sottrarre all’altro ciò che è suo; c’è la violenza dell’abuso, della manipolazione e della coercizione, la violenza di chi conduce l’altro a fare ciò che si pretende da lui; c’è la violenza dell’insistenza, della pressione, dell’assillare l’altro, di pretendere.
Maturità di amore implica il riconoscimento della violenza di cui siamo capaci per vederne le radici in noi e superarle in Cristo; e implica la capacità di vedere la violenza degli altri senza opporle una risposta analoga e contraria. San Paolo nella sua Lettera ai Romani afferma “Non rendete a nessuno male per male. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,17.21).
Cedere alla tentazione di rispondere al male con il male sarebbe dichiararsi vinti dalla logica potente del male e lasciarsi trascinare nella spirale della violenza; opponendo una logica “altra” a quella del male, il credente mostra la sua libertà e offre un’alternativa anche a colui che l’ha offeso e ferito.
Gli mostra una possibilità altra di vivere e agire.
Di seguito riporto solo alcune delle principali devozioni, infatti, è di prossima realizzazione un mio secondo sito web relativo alla scienza agiografica, volto a indagare le varie tipologie di fonti e testimonianze per ricostruire il culto dei santi dalle origini fino ai nostri giorni in tutte le sue dimensioni.
